In questo articolo voglio spiegarvi come tradurre una versione di latino apparentemente difficile. Il metodo che ho sempre usato è quello della costruzione.
Come sapete in latino l’ordine delle parole non è importante come in italiano e può variare con molta libertà.
Le ragioni di ciò sono da ricercare nel fatto che, mentre in italiano la posizione di un vocabolo spesso indica la sua funzione logica, sia in latino che in greco la funzione logica viene espressa grazie alla desinenza.
Come tradurre una versione di latino:
Come tradurre allora? Semplice, imparare a ” costruire la frase” secondo alcuni criteri
- individuare il verbo della frase; sarà proprio il verbo che ci indicherà il soggetto (Nominativo). Il verbo si trova solitamente alla fine della frase, mentre il soggetto è spesso all’inizio;
- l’ attributo è spesso posto prima del termine a cui si riferisce, mentre il nome del predicato e il complemento predicativo si trovano di norma vicino alla copula o al verbo.
Adesso traduciamo la teoria in pratica. Ho scritto le parole latine così come vanno tradotte in italiano, facendo quindi la ” costruzione “. Ho scelto una versione di Cesare:
Fine di Induziomaro
Cum in dies Indutiomarus contemptione maiore accederet ad castra, una nocte, intromissis equitibus omnium civitatum finitimarum, quos curaverat arcessendos, continuit custodiis intra castra omnes suos tanta diligentia, ut ea res nulla ratione posset enuntiari aut perferri ad Treveros. Interim Indutiomarus ex consuetudine cotidiana accedit ad castra, atque ibi consumit magnam partem diei; equites coniciunt tela et evocant nostros ad pugnam cum magna contumelia verborum. Nullo responso dato ab nostris, ubi visum est sub vesperum, discedunt dispersi ac dissipati. Labienus emittit subito omnem equitatum duabus portis; praecipit atque interdicit; perterritis hostibus atque coniectis in fugam – quod videbat fore sicut accidit – omnes petant unum Indutiomarum; neu quisquam vulneret alium prius quam viderit illum interfectum, quod nolebat illum mora reliquorum, nactum spatium effugere; proponit magna praemia iis qui occiderint; submittit cohortes subsidio equitibus. Fortuna comprobat consilium hominis et cum omnes peterent unum, Indutiomarus deprehensus in ipso vado fluminis, interficitur, et eius caput refertur in castra: equites redeuntes consectantur atque occidunt omnes quos possunt. Cognita hac re, omnes copiae Eburonum et Nerviorum, quae convenerant, discedunt; et post id factum Caesar habuit Galliam paulo quietiorem.
TRADUZIONE
Poiché di giorno in giorno Induziomaro con insolenza sempre maggiore si avvicinava al campo, in una sola notte, ( sott. Labieno ) fatti entrare i cavalieri di tutte le città vicine, che aveva fatto chiamare, trattenne sotto vigilanza entro il campo tutti i suoi con tanta attenzione, che quella mossa in nessun modo si poteva scoprire né riferire ai Treveri. Frattanto Induziomaro secondo l’abitudine di ogni giorno si avvicina al campo, e là passa gran parte della giornata; i cavalieri lanciano dardi e sfidano i nostri a battaglia con grande offesa di parole. Non essendo stata data nessuna risposta dai nostri, quando piacque ( sott. a loro ) verso sera, si ritirano dispersi e in disordine. Labieno fa uscire subito tutta la cavalleria da due porte; comanda e precisa questo; ( che ) spaventati i nemici e spintili in fuga – ciò che prevedeva che sarebbe accaduto, così accadde – tutti assaltino il solo Induziomaro; e nessuno ferisca un altro prima di averlo visto ucciso, poiché non voleva che quegli, per il ritardo causato dall’inseguire gli altri, cogliendo l’occasione favorevole, fuggisse; offre grandi premi a quelli che l’avrebbero ucciso; manda le coorti in aiuto ai cavalieri. La Fortuna favorisce il piano di quest’uomo, e tutti insieme assalendo lui solo, Induziomaro raggiunto nello stesso guado del fiume, viene ucciso, e la sua testa viene portata nell’accampamento: i cavalieri ritornando inseguono e uccidono tutti quelli che possono. Conosciuto questo fatto, tutte le truppe degli Eburoni e dei Nervi, che si erano riunite, se ne vanno via; e dopo quell’avvenimento Cesare ebbe la Gallia un pò più tranquilla.
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